Se hai sbagliato più volte nella vita e senti di aver fallito in “qualcosa”, di sicuro ti piacerebbe avere una seconda possibilità. Vuoi dimostrare a te stesso e agli altri che anche tu sai fare qualcosa di buono! Il sogno di tornare bambini è un desiderio irrealizzabile quanto diffuso.
[Attenzione: molti abbandoneranno questa lettura prima della fine dell’articolo e dopo scoprirai il motivo. Poi non dirmi che non ti avevo avvisato!]
Gli Scappati di Casa sono eterni Peter Pan?
Ogni Scappato di Casa con l’intenzione di cambiare la sua vita dovrebbe conoscere, capire e accettare il vero significato della storia di Peter Pan, per fare il famoso salto quantico verso il nuovo e lasciarsi alle spalle il passato. Purtroppo da bambini abbiamo sentito questo racconto senza comprenderlo fino in fondo, magari con la spiegazione degli stessi adulti che lo avevano frainteso prima di noi.
Mi consideravo fortunata perché a me le fiabe non sono mai state “spiegate”, ma soltanto lette, eppure sono arrivata allo stesso errore. Pensavo che Peter Pan fosse soltanto il simbolo dell’eterna giovinezza, la storia di un personaggio che la Disney ha edulcorato per rendere gradevole la rappresentazione cinematografica: un eterno bambino che si rifiuta di crescere perché non vuole perdere la sua spensieratezza.
Il mondo di Peter Pan è un luogo incantato che ci descrive la difficoltà di crescere?
Sì, ma c’è di più. [*Se sei nell’anteprima, continua a leggere, cliccando su (altro…)]
Se da un lato il mondo della fanciullezza è gioioso, libero da problemi e ostacoli, dall’altro dobbiamo fare una distinzione tra conservare lo spirito felice del bambino e aggrapparsi alla condizione di fanciullo con un’insana morbosità. È la differenza tra il bambino sano e il bambino malato. Tutti dobbiamo conservare lo spirito del bambino, se non vogliamo essere adulti depressi e nevrotici, però al tempo stesso dobbiamo essere in grado di “adottare” al momento opportuno la personalità adatta per l’occasione.
Il bambino, diversamente da ciò che si creda, ha le sue difficoltà, in primis quella di crescere e diventare adulto. Quando entra nella società si scontra con i suoi piccoli problemi, a cui dà una valenza importante. Pensiamo alle prime liti tra coetanei della scuola dell’infanzia. È trovarsi nel disagio che porta alla crescita: il bambino impara a “stare al mondo” difendendosi dall’esterno e dimostrando a se stesso di poter superare gli ostacoli.
Ognuno di noi dopo i 30 anni dovrebbe incarnare la personalità del bambino, dell’adulto e del genitore (quest’ultima serve anche a chi non ha figli). Pertanto serbiamo dentro di noi il bambino che eravamo e possiamo riportarlo “in vita” nel momento opportuno. Così dovrebbe andare… È questo che ci insegnerebbe Peter Pan, sennonché il nostro amico della fiaba aveva una personalità deviata e tendeva a vivere solamente nella condizione di bambino. Colui che persiste nella condizione di Peter Pan scappa dai problemi, si rifiuta di lottare e sceglie situazioni comode, complice la scarsa autostima che lo porta a non considerarsi all’altezza delle svariate situazioni.
È questo il vero problema degli Scappati di Casa.
Ma l’ostacolo peggiore da superare è l’incapacità di rendersene conto. Certo… Infatti, questo è il punto in cui molti abbandoneranno la lettura dell’articolo, credendo di essere adulti (e alcuni anche vaccinati) fatti e finiti, magari persino genitori. Ti ho avvisato in anticipo, che potresti fuggire anche da qui, perché gli Scappati di Casa tendono a scappare dalla realtà, a rifiutare di guardarsi per davvero. LA VERITA’ FA MALE! E il bambino non vuole soffrire, punta i piedi e urla: vuole avere ragione… a tutti i costi.
È il bisogno di conservare quel mondo incantato a voler vincere. Funziona così… finché la vita ti prende a schiaffi, continua a colpirti duramente, sempre più forte, per farti capire la lezione. La vita è più giusta di quel che pensi: è dalla tua parte, vuole il meglio per te. Ma il meglio inizierai a riceverlo abbandonando gli atteggiamenti infantili.
Dovrai rinunciare all’innocenza e alla spensieratezza, in cambio dell’accesso al mondo degli adulti. Nulla ti vieta di mantenere il contatto con l’entusiasmo e la creatività, di tornare nel mondo magico a comando. Addirittura è consigliato imparare l’arte di rimanere bambini (sani).
È possibile conservare l’entusiasmo del bambino e saper mantenere la voglia di giocare, imparare a non prendersi troppo sul serio quando è il caso, e allo stesso tempo passare da Scappato di Casa ad adulto che sa assumersi le proprie responsabilità. Dobbiamo comprendere le leggi dell’abbondanza e prendere consapevolezza di poter avere tutto, di dover essere tutto: bambino, adulto e genitore (contemporaneamente). Non ci sono limitazioni nelle leggi che governano l’Universo, però occorre saperle utilizzare correttamente.
Tutto ci è dovuto!
Può sembrare assurdo che quel vecchio insegnamento appreso da bambini si possa smentire: non è vero che non ti è tutto dovuto. Abbiamo frainteso, proprio come i nostri genitori, i fondamenti dell’esistenza. Non abbiamo alcun bisogno di fare capricci o di rifiutare l’accesso al mondo degli adulti per avere ogni “ben di Dio”. Facendo la pace con il bambino interiore possiamo essere adulti e genitori capaci di serbare sempre dentro (e nel momento giusto portare fuori) la nostra fanciullezza.
Quello che ho scritto potrebbe bastare per fare un passo avanti, spogliandoti dei panni da Peter Pan: qui ho estratto l’essenza dell’immagine dello Scappato di Casa. Tuttavia mi rendo conto che la curiosità umana, soprattutto quella del bambino, potrebbe volerne sapere di più. Magari per “colpa” dello scetticismo, o per meglio dire, delle nostre umane resistenze – egoiche – che vorrebbero evitare di mettersi in dubbio e risparmiarci la fatica del cambiamento.
Per tutti gli Scappati di Casa che vogliono conoscere meglio il personaggio di Peter Pan e togliersi altre perplessità sul parallelismo tra loro e l’eterno bambino, ho scritto un altro articolo sui retroscena della fiaba e del suo autore. Leggi qui.

Ricordati di commentare questo articolo e di confrontarti con me, scrivendo le tue riflessioni costruttive sull’argomento. Ti aspetto!

Ciao Elena, concordo con te che la realtà va affrontata, procrastinare non fa altro che posticipare il problema, vorrei in ogni caso spendere 2 parole in merito: non è sempre saggio affrontare di petto il problema e non è sempre conveniente affrontarlo subito a capofitto senza aver meditato prima varie soluzioni. Ogni cosa come in natura ha i suoi tempi…a ognuno di noi il riflettere in merito…grazie dei tuoi contenuti Elena.
Ciao Alessandro, che piacere leggerti e ritrovarti!
Concordo con te: le soluzioni vanno meditate e soprattutto vanno provate senza arrendersi. A volte scartiamo delle possibilità trattenuti dalla paura. Prima delle soluzioni, dobbiamo scoprire i nostri valori profondi (che non sono quelli che crediamo perché siamo condizionati da credenze errate). Quando abbiamo davvero compreso i nostri valori profondi, quelli dell’anima, allora siamo pronti per scegliere la soluzione.
In effetti, ogni cosa a tempo debito.
E’ un momento di grande riflessione, in cui abbiamo l’opportunità di aprire gli occhi.
La scelta è personale: SCAPPARE O CAMBIARE?
Grazie a te per aver letto quello che ho scritto.
C’è un altro articolo che segue questo:
http://elenagrillo.it/peter-pan-non-e-altro-che-uno-scappato-di-casa/
Buona lettura e buon proseguimento.
A presto,
Elena