Prima di metterci la maschera, liberiamoci dalle maschere delle Menzogne che ci hanno raccontato.

Quella ricorrenza dipinta come macabra e blasfema, come accade per tutte le storie da nascondere, è stata derubata volutamente del suo reale significato (simbolico e non). Era una tradizione antica, espressione di un concetto profondo, diventata per molti solo una festa scherzosa collegata a un vero e proprio business. Osservare oltre la menzogna, attraverso la conoscenza del contenuto allegorico, serve per capire e ritrovare gli antichi segreti occulti di civiltà scomparse estremamente evolute.

Molti dei misteri della storia umana sono andati persi, o meglio volutamente occultati, in quanto scomodi ostacoli per l’imposizione di poteri a controllo delle masse. L’obiettivo di fondo di queste manipolazioni e distorsioni dell’informazione, soprattutto della preziosa conoscenza delle culture antiche, era ed è tuttora quello di portare l’essere umano ad uno stato di incoscienza. Siamo forti leoni privati del nostro potere, siamo mansueti come dei gattini spaventati e sottomessi ad un abile domatore.

Oggi è un giorno davvero magico: è il più potente dal punto di vista energetico. Conoscere l’origine di questa festa è fondamentale per chi desidera intraprendere un cammino di rinascita, ha un significato ricco di valore e spunti di riflessione. Stai per scoprire le alterazioni che sono state adottate nel corso del tempo rispetto al suo scopo reale iniziale: la storia di Halloween è di gran lunga più interessante di ciò che è diventata, ovvero un momento ludico per piccoli, giovani e per bambini un po’ cresciuti.

Le maschere, gli scherzetti, i dolcetti paurosi sono spassosi.

Un paio di volte l’anno ci è permesso di nasconderci e di mostrare il lato oscuro di noi, di indossare quel ruolo che la normalità ci impedisce di mostrare. Halloween è una buona occasione per farlo. Non sono contraria al gioco dei travestimenti, tant’è che io stessa ho sempre festeggiato con mio figlio questo momento di divertimento. Quest’anno, però, il bimbo inizia ad essere grandicello, così ho ritenuto utile renderlo partecipe anche del vero motivo per cui mi sono sempre vestita da strega per farlo divertire.

Innanzitutto, te lo confesso: effettivamente sono davvero una streghetta, ma di questo ne parleremo più avanti perché oggi mi preme un altro discorso.

Il 31 ottobre ai giorni nostri si festeggia ormai ovunque come notte delle streghe, dei vampiri e dei morti viventi. In questo sito finora si è parlato di come riprendere in mano la propria vita, quindi forse ti starai domandando:

Cosa c’entra Halloween con la possibilità di riprendere in mano la propria vita?

Leggendo la verità nascosta su questa festività, comprenderai il motivo che mi spinge da sempre a dare importanza ai festeggiamenti di Halloween. Soprattutto da quando è nato Manuel, mi sono dilettata negli addobbi casalinghi di qualunque ricorrenza, benché li abbia amati anche in precedenza.

 

Halloween è una festa: mio figlio non se l’è mai persa fin da piccolissimo. In primis ho sempre voluto che celebrasse in modo speciale le feste di ogni tipo. Credo sia importante vivere nella gioia, accogliendo con entusiasmo le feste, persino quelle lontane dalla nostra tradizione. Ho notato, però, che alcuni tra i genitori degli amici di mio figlio hanno paura che il bambino si spaventi, altri sono contrari al consumismo e poi ci sono quelli condizionati da motivazioni religiose. Questi ultimi hanno il dente avvelenato (come Dracula) nei confronti di Halloween, senza aver mai approfondito la ragione di queste privazioni “bigotte” dettate dall’alto (sarebbe più corretto dire “dal basso”, ma sorvoliamo per ora).

Il figlio di un mio conoscente (catechista) è stato ammonito dalla parrocchia affinché evitasse i festeggiamenti nella notte più paurosa dell’anno. Mi dispiace vedere che i giovani prendano per oro colato un divieto senza conoscerne la motivazione, portando in famiglia e agli amici un messaggio propinato da altri. Sono molto spirituale ma poco religiosa proprio per questo. Fin da ragazzina mi sono resa conto di quanti dogmi ci venivano inculcati, accompagnati dalla minaccia (non sempre) velata di diventare peccatori e, di conseguenza, di essere rifiutati da Dio. In quanto strega sono la pecora nera della famiglia. A me non sono mai andate giù le imposizioni, soprattutto quando il motivo mi era incomprensibile.

Mi sento fortunata e privilegiata per avere avuto il dono del senso critico, ovvero la pretesa di capire prima di accettare una regola, un consiglio o un precetto. Nonostante tutto sono cresciuta come qualunque essere umano con numerosi condizionamenti e tabù, che mi hanno causato non pochi grattacapi; tuttavia la sorte mi ha permesso di vederli grazie al mio spirito ribelle da pecora nera, spingendomi verso la ricerca della verità e aiutandomi a non soccombere.

Molte persone sono depresse proprio perché non hanno sviluppato il senso critico.

Accettano le regole di un “galateo” universale, si impongono di adeguarsi agli altri e ovviamente soffrono della mancanza di una propria personalità. Il dolore interiore è l’impossibilità di esprimersi per quello che veramente si è. Ora puoi scegliere, però, di toglierti le maschere, di essere come vuoi. Puoi smascherare gli altri, le menzogne disseminate ovunque, ma innanzitutto quelle dentro di te.

La religione è un’accozzaglia di incongruenze. Iniziamo subito con un esempio cardine. Dio ci ama infinitamente, però ci rifiuterà qualora fossimo peccatori. Da questo paradosso nasce il timore della morte perché il peccatore sarà rifiutato da Dio e dovrà giocarsi bene le sue carte prima di andarsene per sempre. Infatti, secondo la dottrina religiosa, tu hai solo una vita, che avrà una durata a te sconosciuta e dovrai essere pronto a morire in qualunque momento; di conseguenza dovrai redimerti e camminare sulla retta via (regolamentata ovviamente dalla religione) per essere accolto tra le braccia di Dio in paradiso. Nasce così una paura incontrollata per la morte e oltretutto è vietato scherzare su questo argomento (come fanno le Pecore Nere ad Halloween).

La morte è la causa di tutte le nostre paure, trattandosi di un passaggio in cui rischiamo di finire all’inferno, e considerando che potrebbe arrivare in qualunque momento (ehi, lo so che state facendo gli scongiuri). Le corna, così come tutti i gesti scaramantici, ci confermano quanto la morte sia uno spauracchio per tutti. Il tempo a nostra disposizione aggrava la faccenda, in quanto ci mette nella scomoda posizione di chi ha un timer attivato senza conoscerne la durata. Desideriamo, quindi, di realizzare i nostri desideri immediatamente e vogliamo “tutto e subito”. Già… Non si sa mai… (Altre corna e scongiuri, vero?) Inoltre, presi dalla frenesia di raggiungere obiettivi futuri, compiamo azioni compulsive poco studiate e basate sulle esperienze passate.

Passato e futuro ci condizionano, perdiamo di vista il presente e facciamo una marea di cavolate.

Tra poco ti accennerò perché non serve avere paura della morte, con la promessa di riprendere più volte questo argomento in altri contenuti. Per comprendere la verità occorre tenere presente una conoscenza taciuta che riguarda la ciclicità della vita dell’intero universo, chiamata la legge della ricorrenza. Ciò che esiste si ripete dalla sua origine fino ad oggi e continuerà a ripetersi, siamo esseri eterni attualmente incarnati in un corpo fisico destinato a morire. Tuttavia la morte è solo un passaggio da una realtà ad un’altra, di conseguenza il nostro vero essere ritorna ciclicamente e continua a vivere sotto diverse forme. Sebbene le religioni possano sembrare apparentemente in disaccordo su questo tema, in verità credono tutte nell’immortalità dell’anima. La Chiesa stessa parlava di trasmigrazione delle anime finché ha abolito il concetto di reincarnazione con il Concilio di Costantinopoli del 553, dichiarando eretico ogni pensiero contrario a questa innovazione.

L’obiettivo era quello di creare un’immagine mortale dell’uomo affinché dovesse risolvere i suoi problemi e liberarsi dal peccato nel tempo di una sola vita, per esempio cedendo tutte le proprietà alla Chiesa o pagando per ottenere indulgenze. Questo cambiamento ha attivato un timer perverso fin dalla nascita di ciascuno di noi, obbligandoci a correre per realizzare tutto e subito. E’ partita, in pratica, una vera e propria corsa contro il tempo. Quel senso di ansia, quel tuo continuo giudizio che ti fa sentire inconcludente, quella frenesia di dover stare al passo con gli standard imposti dalla società, sono solo alcuni degli effetti di un dogma manipolatorio.

Viviamo per fare, per ottenere, per realizzare… e dobbiamo compiere una missione titanica in un tempo brevissimo, ovvero nell’arco di una sola vita.

Eppure tutti questi precetti sono quelli che portano alle malattie, alla morte “naturale” e al suicidio. Comprendi l’assurdità di questo paradosso? Per salvare la nostra anima dalle fiamme dell’inferno, creiamo qui sulla terra il nostro inferno che troveremo pure dopo la morte. Infatti con l’abrogazione della trasmigrazione delle anime, termine con cui veniva definita la reincarnazione, furono istituiti anche paradiso, purgatorio e inferno. Accettare l’idea di ritorno di uno spirito nella carne, una vita dopo l’altra, significava inoltre conferire un potere divino all’uomo che ovviamente avrebbe rifiutato quello della religione e dei suoi dogmi. Pensa a quali potenzialità possono emergere da un individuo cosciente di poter decidere, scegliere e agire. Molto meglio tenerlo a bada con la paura, lo strumento di sottomissione più potente. Mi piacerebbe approfondire subito questo tema, però dovrei dilungarmi e oggi l’obiettivo è un altro.

Vogliamo capire la vera origine di Halloween.

Halloween è una festa di origine celtica contrariamente al pensiero più diffuso che le attribuisce una paternità americana.

Non è una festa folklorista qualsiasi ma è il capodanno celtico: la fine della stagione calda che ci introduce a quella fredda. Ci si chiude in casa e si trascorrono momenti in famiglia sotto una morbida coperta. Come gli animali, anche noi umani sentiamo il bisogno di ritornare alla nostra cuccia perché vogliamo ripararci dal freddo. Il letargo degli animali somiglia al nostro atteggiamento, abbiamo voglia di calore e di riposo. In questo momento i rumori si attutiscono, si avverte un silenzio magico e si ricerca la quiete. I celti erano un popolo dell’arcipelago britannico, agricoltori attenti ai cicli lunari e osservatori delle stelle, strumenti che segnavano lo scorrere dell’anno agricolo. Il 31 ottobre coincideva con la fine dell’ultimo raccolto, cosicché poi venivano stipate le provviste e messi a ricovero gli animali. Era la vigilia del nuovo anno, che era diviso in due parti: stagione calda e stagione fredda.

Ci si preparava per l’inverno, il momento più magico dell’anno, coincidente con la festa principale del calendario celtico, perché iniziava la fase della preparazione del terreno.

Il fuoco era uno dei simboli dominanti, che non a caso è anche il sistema per scaldarsi. Tuttavia per loro rappresentava qualcosa di più, come del resto possiamo trovare traccia nelle culture antiche (In Italia è la Notte delle Lumere). Il fuoco è sempre stato considerato magico e, in particolare, il capodanno celtico era il momento in cui veniva acceso il fuoco sacro. Proprio il 31 ottobre era un momento di passaggio, rappresentava un ponte tra la fine e l’inizio di un ciclo; pertanto si credeva che fosse un punto di contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti (simbolicamente rappresentativi dell’estate=vita e inverno=morte).

Eppure la morte non è un momento di fine, non è definitiva, è un passaggio silenzioso alla nuova vita. Su questo si troverà d’accordo anche il mio amico catechista che vede la morte come il passaggio al regno dei cieli.

Allora perché abbiamo paura e rifiutiamo la morte?

Secondo la nostra cultura cristiana, la morte dovrebbe essere l’incontro con Dio Padre e invece la temiamo come la peste. C’è qualcosa che non quadra… e non è l’unico paradosso di cui ti parlerò oggi e in molti dei contenuti di questo sito.

Ad ogni modo, tentiamo di proseguire con un concreto senso critico nella conoscenza della verità su Halloween. Continuiamo ad osservare l’inverno e la sua somiglianza con la morte, o per meglio dire con un sonno che si risveglierà con la resurrezione primaverile.

Si termina, quindi, la raccolta dei frutti e si inizia la preparazione del terreno contemporaneamente al ricovero del raccolto e del bestiame, che silenziosamente riposeranno nelle stalle. Inizia allora l’inverno con il suo silenzio introspettivo, un momento per entrare dentro se stessi. Ecco perché si accomuna con la morte, il riposo eterno che poi si risveglia con la primavera (e caso vuole… con la pasqua). Sembrerebbe addirittura che il nome Halloween abbia un collegamento con l’azione di Scavare “to hollow” (Probabilmente si riferisce all’atto di scavare dentro di sé!?!).

E’ certo che la festa di questo giorno di “ponte” tra estate e inverno sia collegata alla morte che va di pari passo con l’occulto. Le zucche intagliate parrebbero rappresentare le anime bloccate nel purgatorio, che possiamo incontrare solo in quella notte dell’anno di un tempo di mezzo.

Tuttavia, quando apparentemente le energie della vita si assopiscono, in realtà il terreno sotto la neve è vivo. C’è un’energia lì sotto che è accucciata come un bimbo nel pancione della mamma. Da lì sente i suoni attutiti, è al caldo, ma nel silenzio l’energia della vita è in azione, si muove più veloce di quanto immaginiamo, è solo silenziosa, eppure è forte, cresce, si fa spazio.

Ma invece “Dolcetto o scherzetto” che significa?

La pratica di mascherarsi risale al Medioevo e si rifà alla pratica tardomedievale dell’elemosina, quando la gente povera andava di porta in porta a Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti nel giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Qui, però, siamo già scappati troppo in avanti rispetto alla storia di Halloween. Infatti, stiamo parlando di un precetto ecclesiastico introdotto successivamente e, mettendomi le mani nei capelli, ti racconterò come è stata inventata la festa cristiana dei morti (lo farò con ironia giusto per sdrammatizzare).

Nel frattempo erano accaduti molti fatti storici significativi: Vediamo quali…

Dobbiamo fare una bella retromarcia spedita e ritornare ai nostri saggi celti, che erano riusciti a coinvolgere i loro vicini di casa dell’arcipelago britannico, gli inglesi. Questi curiosetti avevano voglia di scoprire il mondo, in quanto avevano sentito narrare di un certo Cristoforo Colombo, un italiano doc di una volta (di quelli che oggi non ci sono più). Costui era stato tanto coraggioso da voler sfidare le colonne di Ercole perché come me era la Pecora Nera della famiglia e voleva essere sicuro di non essere stato canzonato, così si mise in mare con altri spiriti ribelli e si accorse che effettivamente qualche bella frottola gli era stata raccontata. Infatti, il mondo terreno non finiva lì e, oltre l’oceano, c’erano delle terre meravigliose ricche di ogni ben di Dio. Chissà che magari non fossero state nascoste proprio per questo!?!

Sta di fatto che gli inglesi vollero vedere con i loro occhi se Colombo avesse detto il vero oppure se fosse solo un pazzoide tipo la Elena Grillo. Ovviamente trovarono queste magnifiche terre dove qualcuno decise persino di rimanere, portando con sé anche qualche bella tradizione, come quella di Halloween. Agli americani piacque travestirsi perché pure loro amavano i costumi strani (vedi i Maya o gli indiani d’America… ahahaha).

Siccome, però, nel frattempo in Europa i nostri antenati erano molto ma molto fantasiosi, pensarono di condire un pochetto anche la storia di un altro uomo che aveva di recente segnato le sorti dell’umanità, un certo Gesù il Nazareno. Con il passare degli anni questa storia diveniva sempre più ricca di nuove avventure e soprattutto era un best seller insuperabile, pertanto forse valeva la pena di portare quel libro nelle americhe. Diventò campione di incassi anche lì. Vendette persino più di alcuni best seller dei giorni nostri come Harry Potter e 50 Sfumature di Grigio (non so se mi spiego…). Edizione dopo edizione era sempre più avvincente ed era sempre il numero uno in classifica. Fu così che divenne legge, la legge suprema senza paragoni su questa terra.

Gli editori di questo libro pensarono che tutto questo successo dovesse essere sfruttato al meglio possibile (come dargli torto) e i suoi precetti presero piede nelle nuove terre scoperte. Le Pecore Nere ormai avevano i giorni contati, dovevano nascondersi o fingere di sottomettersi a queste leggi, persino i nostri amici britannici. Vennero allora cambiati i significati delle festività perché dovevano essere adeguati alla nuova realtà, quella moderna prescritta dal libro campione di incassi. Secondo le leggi cristiane il capodanno era il 1 gennaio e così fu ovunque nel mondo, nonostante ci fossero dei contrasti con le abitudini dei popoli antichi.

Si pensò di sostituire il vecchio capodanno con una festa che non fosse troppo diversa da quella a cui erano abituati i nostri amici del nord Europa e venne istituita la commemorazione dei defunti del 2 Novembre. Tuttavia per evitare che si arrabbiassero eccessivamente, la festa di Halloween poté rimanere come un gioco della caccia alle streghe, benché si diffuse l’ammonimento dall’alto che la dipingeva addirittura come una festa satanica. “Potete festeggiare a vostro rischio e pericolo perché l’inferno vi aspetta”

E vissero tutti (in)felici e contenti.

Adesso, sebbene abbia voluto sdrammatizzare su questa storia, vorrei fare qualche correzione insieme a te affinché tu possa festeggiare Samahin, iniziando l’anno nuovo come meriti.

Sfruttiamo tutta la buona energia di oggi a nostro vantaggio per una rinascita che potrà avvenire in primavera solo con la preparazione del terreno nella stagione fredda.

Passo n. 1: La festa di Halloween non ha nulla in comune con il satanismo, concetto introdotto dalla Chiesa cattolica e quindi successivamente alla cultura celtica.

Passo n. 2: Il 31 ottobre è un ponte tra la stagione calda e quella fredda, un passaggio tra la vita (estate) e la morte (inverno) che devono essere interpretati come simboli. La morte riguarda solo il corpo fisico, mentre il nostro vero essere è eterno e cambia semplicemente la sua forma.

Passo n. 3: Mettere a ricovero gli animali, stipare le provviste e addormentarsi per riposare significa passare in una dimensione cosciente, dove possiamo connetterci con la nostra reale essenza per riscoprirla e riportarla a nuova vita.

Passo n. 4: Stasera mettiti una maschera per nascondere ciò che il mondo vede di te, il corpo fisico e quindi il costume che indossi in questa vita, cosicché potrai essere chi veramente sei.

Passo n. 5: Domani addormentati in un silenzio introspettivo senza tempo, nel presente eterno, ascolta la tua essenza interiore e riscopri di essere parte di un Tutto (il tuo essere Divino).

Mi rendo conto della complessità di questi concetti, me ne accorgo nel tentativo di passarteli con semplicità e sintetizzati per un pronto uso. Per questa ragione ti prometto di riprenderli passo passo nel corso di tutta la stagione invernale, per preparare insieme a te il terreno sotto il quale presto metteremo nuovi semi.

Buon Samahin! E a prestissimo (Richiedi le prossime novità)

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