Per dirla tutta è il leader indiscusso degli Scappati di Casa. Peter Pan è l’icona più fedele dell’eterno bambino, che non vuole diventare adulto per conservare la felicità del suo mondo magico. In parole povere si rifiuta di guardare in faccia la realtà perché preferisce la spensieratezza e la libertà dai pensieri negativi della vita.
Ma sai bene che mettere la testa sotto la sabbia, non ti permette di essere spensierato. Non fosse altro perché così lasci scoperta un’altra parte del corpo (pensa allo struzzo) che puoi dimenticare finché qualcosa non ti ricorderà di averla lasciata in bella vista. Puoi fuggire per un po’, cambiare città o nome: porterai sempre con te… TE STESSO, con tutte le tue ferite, blocchi e nodi ingarbugliati. Allora dove scappi? La fuga non può essere eterna, come per Peter Pan: nelle fiabe tutto è possibile, ma la realtà è ben diversa.
Molto meglio fermarti e piantarla di scappare all’Isola che non c’è, appunto perché NON C’E’. Non esiste. Ti stai soltanto illudendo di farla franca. Anche Peter Pan è un illuso o ha la grande fortuna di vivere nel mondo della fantasia. Noi, invece, siamo qui nella dimensione reale (e non farei cambio per nulla al mondo con Peter).
Ecco perché ho deciso di raccontarti la sua storia, ma non quella della fiaba. Quella la sanno tutti, almeno a spanne. Peter è l’eterno bambino che si rifugia nell’oblio della fanciullezza, scappando nell’isola che non c’è. Lì può confondere l’immaginazione con la realtà, ovvero mettere la testa sotto la sabbia come lo struzzo. Così facendo può ignorare i problemi e dimenticarsene. Ti ricordo che è possibile solo per lui che vive nella fiaba, ma per te la faccenda è diversa: la fuga degli Scappati di Casa ha le ore contate (o gli anni contati). La vita verrà a prenderti presto o tardi.
Peter Pan può scegliere di non ritornare da Wendy, di violare la sua promessa e sull’Isola che non c’è perdere il contatto con il tempo. La nostra Wendy è la vita, che però viene a recuperarci in ogni dove. Non si arrende nell’attesa. Per Peter sarebbe un trauma trovarsi di fronte a una Wendy cresciuta, diventata donna. Per gli Scappati di Casa idem: Wendy è la vita che ci viene a prendere con il volto peggiore, con gli ostacoli e le difficoltà, spesso spaventandoci come non mai.
Peter può ignorare il tic tac del coccodrillo, precludendosi il cambiamento e la vita vera. Nella realtà al di fuori delle pagine del libro il tempo passa, lo specchio non mente. Tutto ci mostra quel divenire che procede con o senza il nostro ok. Per comprendere meglio la simbologia della fiaba di Peter Pan mi sono messa a leggere il libro, l’edizione integrale. Se vuoi farlo anche tu, lo trovi su Amazon.

La storia è interessante, ma ancor di più lo è il retroscena di questo racconto.
Chi sta davvero dietro le quinte? Chi è il burattinaio che muove i fili?
L’autore di Peter Pan è James Matthew Barrie.
Nella sua storia puoi scoprire i retroscena della fiaba di Peter Pan, come è nata e cosa racconta. Stai scoprire cosa rappresenta per davvero il personaggio attraverso la vita di Barrie. Se poi vorrai anche capire come ci si libera dalla Sindrome di Peter Pan, ho una qualcosa per te. Ne parliamo dopo aver indossato i panni di J. M. Barrie, che ci offrirà gli strumenti per comprendere il ruolo di Peter Pan.
Barrie era un bambino gracile e fragile, di quelli che ne avevano sempre una. Come tutti i bambini amava le storie, che inventava e raccontava. Nonostante la sua costituzione precaria, viveva un’infanzia spensierata con la sua famiglia, papà David Barrie, mamma Mary Ogilvy e il fratello David. Contro ogni possibile previsione non fu James Matthew ad andarsene, bensì il fratello maggior, che morì improvvisamente all’età di 13 anni. L’evento fu un fulmine a ciel sereno nella famiglia Barrie, che mandò in frantumi l’infanzia del nostro J. M. Barrie.
David era un ragazzo brillante, così tanto amato dalla madre che non trovava pace per la sua scomparsa.
Barrie decise quindi di “sostituirsi” a David nel tentativo di riportare pace nel cuore della donna. Oltre a vestire gli abiti del fratello e fischiettare il suo motivetto preferito, si assunse una pesante eredità. Prese l’impegno di diventare un uomo di successo come la madre si aspettava da David. Questo stratagemma somiglia molto al comportamento degli Scappati di Casa: tentare di prendersi gioco della realtà, rifiutandola. David non c’era più, bisognava accettarlo, invece si preferì fingere che lui continuasse a vivere sotto mentite spoglie, quelle del fratello. Ma questo annullò l’esistenza di J.M., che rinunciò alla possibilità di vivere la sua vita, con la sua personalità. Mantenere in vita David significò eliminare l’esistenza del fratello minore, che si giocò per sempre la sua condizione di bambino: doveva eccellere per David e per sua madre.
Ciò che accade fu il contrario di quanto ci aspettiamo dai nostri maldestri stratagemmi da Scappati di Casa. Tutto quello che ci neghiamo diventa perversione e nevrosi, pertanto Barrie non diventò mai un adulto perché non aveva preso le proprie responsabilità.
Cosa vuol dire essere responsabili?
Responsabilità: come ci suggerisce l’etimologia della parola, significa RISPOSTA ABILE, ovvero la capacità di rispondere con abilità alle situazioni. E negare la morte del fratello non è per nulla una risposta abile. Forse nemmeno la madre aveva raggiunto lo status di adulta, forse covava dentro di sé un bambino interiore nevrotico. Un adulto sano è in grado di superare i traumi, malgrado sia tutt’altro che semplice superare la morte di un figlio. Sia chiaro che non intendo sminuire il dolore o la tragedia: voglio dire semplicemente che per uno Scappato di Casa l’assunzione di responsabilità è difficile e talvolta impossibile.
Ciò che è possibile, però, possiamo deciderlo noi. Basterebbe rendersi conto di dover curare una ferita, un trauma o un blocco. Prenderne almeno consapevolezza. Il passo successivo è un’altra decisione: vuoi cambiare?
Peter Pan ci insegna a conservare la fanciullezza, quella spensieratezza, curiosità e creatività tipica dei bambini. La seconda lezione dobbiamo aggiungerla noi: crescere significa accettare la vita, le sue responsabilità e il cambiamento. Possiamo farlo senza disconnetterci dal nostro mondo magico, quello sano che ci permette di creare un sottile equilibrio tra l’età adulta e la fanciullezza. Dobbiamo superare gli ostacoli e affrontare i problemi senza rifugiarci nell’immaginazione, quella del sonno, mantenendo vivo al tempo stesso il sogno.
Noi Scappati di Casa siamo un po' come Peter Pan, vero?
Il bambino capriccioso ogni tanto si fa vivo per farci fuggire dalle responsabilità o dai cambiamenti necessari. Non avercela con lui, con quel bambino interiore che sta cercando solo delle rassicurazioni, piuttosto ti suggerisco di accoglierlo a braccia aperte e accompagnarlo per mano verso il nuovo…
Alla scoperta della vita da adulto.
Detto questo, ti rinnovo il mio invito: VUOI CAMBIARE?
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